I giovani elettori americani di religione ebraica hanno dichiarato di mettere in secondo piano la politica americana nei confronti di Israele e di premiare chi vuole contribuire alla costruzione di un mondo migliore.
Nelle ultime elezioni americane, come ogni volta accade prima del voto, c’è stata una grande corsa ad accaparrarsi il cosiddetto voto religioso. In particolare quello espresso dalla comunità ebraica che numerosa vive negli Stati Uniti. E i millennial ebrei non sono sfuggiti a questo meccanismo. Già perchè il loro voto si è prestato a una interessante riflessione di una giornalista ebrea, Mira Fox, che ha smontato lo stereotipo secondo cui la politica nei confronti di Israele abbia un peso determinante sull’elezione dell’inquilino della Casa Bianca.
Come la pensano i giovani ebrei americani?
Da un recente sondaggio, infatti, è emerso che solo il 5% degli ebrei americani considera questo tema prioritario ai fini del voto per la presidenza degli Stati Uniti. E i millennial rappresentano una percentuale ancora più bassa. Piuttosto, sembra che quello che sta più a cuore ai giovani ebrei americani siano quei valori universali che appartengono anche alla dimensione ebraica. Tra questi la costruzione di un mondo migliore.
Inoltre è diffusa, e non solo tra i millennial, la preoccupazione per il suprematismo bianco. Alle precedenti elezioni ha contribuito alla vittoria di Donald Trump, e lui non l’ha mai sconfessato. Di qui l’espressione del proprio consenso a Joe Biden, nuovo Presidente degli Stati Uniti.
Molti tra questi elettori hanno parlato con la giornalista. Hanno affermato che il loro modo di abbracciare la fede deriva dal trovare conferma nell’ebraismo di quei valori che sono stati insegnati loro in famiglia e non da una sterile appartenenza religiosa. I cosiddetti JINO, cioè gli ebrei solo di nome, per la Fox non fanno il bene né dell’ebraismo né dell’America.
Rottura generazionale per gli ebrei negli Usa
Le espressioni di voto dei millennial ebrei americani non rispecchiano quelle degli adulti. La grande spaccatura del Paese a cui si è assistito nelle ultime elezioni è lo specchio di quella frattura che esiste anche all’interno della comunità ebraica. Ci sono i più conservatori, e poi l’universo a cui fanno riferimento i millennial. Costoro ritengono che non sia solo un presidente, o un politico, americano a mettere a repentaglio il futuro di Israele. Inoltre sono convinti che le voci fuori dal coro da un cieco appoggio alla politica israeliana siano non solo da tollerare, ma siano un bene per l’America, il mondo e le questioni ebraiche.
Ad avvalorare questa sua tesi la giornalista Mira Fox tira in ballo persino il Talmud e la Torah, i testi sacri dell’ebraismo, quando parlano di un rispettoso disaccordo. E porta l’esempio di quando Abramo, cercando di salvare Sodoma e Gomorra, era in disaccordo con Dio e quest’ultimo lo ha ascoltato.