“La aprì e vide il bambino, ed ecco che il bambino stava piangendo… ” (Shemòt 2, 6). Lo Tzaddik Rabbì Bunem di Motwozk fa notare, a proposito di questo verso, che la figlia del faraone vide la cesta e vide il bambino piangere, lo vide ma non lo senti. Quindi disse: “Questo è uno dei bambini ebrei”, un ebreo è capace di piangere silenziosamente senza far uscire alcuna voce. Un altro esponente del Chassidismo, Rabbì Dov Beer di Mezritc, impara qualcos’altro dal pianto del bambino Moshè. Egli diceva: “Tre cose l’uomo deve imparare da un neonato. Un neonato è sempre felice, non è mai fermo senza fare qualcosa, e quando desidera qualcosa scoppia in un pianto così forte da ottenere ciò che vuole. E conclude secondo il verso del Talmùd: la porta delle lacrime non si chiude mai.