Capitolo 18 – Condizioni e vicende degli Ebrei dal 1848 al 1878
Generalità
Italia: a) Generalità; b) Stato pontificio; c) L’emancipazione in Piemonte e nel regno d’Italia
Francia
Svizzera
Germania: a) La rivoluzione del 1848 e la contro-rivoluzione del 1849; b) L’emancipazione; c) Gli Ebrei nella Germania unificata
Austria
Ungheria
Inghilterra
Russia
Paesi scandinavi: a) Danimarca; b) Svezia; c) Norvegia
Stati balcanici: a) Serbia; b) Bulgaria; c) Grecia; d) Romania
Turchia e paesi ad essa soggetti
America settentrionale
Generalità
Il periodo che ci accingiamo a studiare è caratterizzato dai contrasti per la continuazione e il progresso dell’emancipazione o per la riduzione dei diritti concessi agli Ebrei. In parecchi stati si alternarono così periodi in cui prevalsero le tendenze liberali e altri caratterizzati dalla reazione. Quasi dappertutto finirono per prevalere le prime e venne conseguita, almeno di diritto, la parificazione degli Ebrei agli altri cittadini.
Italia
a) Generalità
In Italia il periodo 1848-1870 segna l’età della progressiva emancipazione degli Ebrei che procedette parallelamente agli avvenimenti che condussero all’unità politica del paese.
b) Stato pontificio
Nello stato pontificio il papa Pio IX continuò nelle sue tendenze liberali e nei giorni di Pèsach del 1848 furono abbattute le mura del ghetto. In seguito, costituitasi la repubblica romana, tre Ebrei, fra cui il presidente della Comunità Samuel Alatri, fecero parte del consiglio comunale; caduta pochi mesi dopo la repubblica e tornato il papa, sostenuto dalla Francia (aprile 1850), furono rimesse in vigore tutte le antiche restrizioni che riguardavano gli Ebrei e, fra l’altro, il divieto di residenza fuori del ghetto.
Sintomo del carattere dello stato pontificio in questo periodo è il famoso caso Mortara. Nel giugno 1858 un bambino ebreo di sei anni, Edgardo Mortara, fu portato via dalla sua casa, in Bologna, dalla polizia pontificia perché una donna di servizio cattolica dichiarò di averlo battezzato quando era gravemente malato allo scopo che, se morisse, la sua anima fosse salva. Il bimbo fu allontanato dai genitori e a nulla valsero proteste della famiglia, di estranei e perfino di governi; il bimbo fu educato come cattolico e avviato alla carriera ecclesiastica e raggiunse alti gradi nella gerarchia del clero.
Gli Ebrei riottennero la libertà e l’emancipazione solo dopo che le truppe di Vittorio Emanuele II conquistarono Roma che fu aggregata all’Italia di cui già era stata proclamata capitale e cadde il potere temporale dei papi (1870).
c) L’emancipazione in Piemonte e nel regno d’Italia
Il primo degli stati d’Italia nel quale fu stabilita definitivamente l’uguaglianza degli Ebrei agli altri cittadini è il regno di Sardegna, che comprendeva il Piemonte: lo statuto promulgato da Carlo Alberto il 4 marzo 1848, pure dichiarando la religione cattolica come la sola religione dello stato e gli altri culti tollerati, sopprimeva ogni differenza fra i cittadini motivata da ragioni religiose, e con successive disposizioni (29 marzo 1848) veniva esplicitamente stabilita la completa emancipazione degli Ebrei, con pienezza di diritti e doveri civili e politici. Ebrei salirono ad alte cariche, tra essi è da ricordare Isacco Artom, segretario e collaboratore del ministro Camillo Cavour.
Alle guerre per l’unità d’Italia, sotto la guida di Vittorio Emanuele II, re di Sardegna e poi d’Italia, parteciparono numerosi Ebrei, sia come facenti parte dell’esercito regolare, sia come volontari, e di mano in mano che egli raccolse sotto il suo scettro le varie regioni d’Italia, si estendeva ad esse l’emancipazione degli Ebrei: nel Lombardo Veneto, in Toscana e in altri stati (1859), nell’Italia meridionale e Sicilia (1861), a Venezia (1866) e infine nello stato pontificio (1870).
Le nuove condizioni politiche dell’Italia ebbero anche per conseguenza che non pochi Ebrei ritornarono in luoghi dai quali erano stati per molto tempo esclusi e si fondarono nuove Comunità; tra queste sono specialmente da ricordare Milano, Bologna e Napoli.
Francia
Dopo che la costituzione del 1848 stabilì il principio dell’uguaglianza di diritto di tutti i cittadini non avvennero modificazioni nelle condizioni degli Ebrei; tentativi fatti, dopo la rivoluzione monarchica del 1851, di restringerne di fatto i diritti non ebbero risultato e vari Ebrei continuarono ad occupare cariche di stato, anche di grado elevato.
Del primo governo della nuova repubblica, fondato nel 1870, fece parte il Crémieux che riuscì ad ottenere che anche gli Ebrei dell’Algeria, soggetta alla Francia, venissero considerati come cittadini con pienezza di doveri e di diritti. Le Comunità dell’Algeria perdettero la loro autonomia e furono rese dipendenti dal concistoro di Parigi.
Svizzera
La Svizzera fu uno dei paesi più ostinati nel voler conservare gli Ebrei nel loro stato d’inferiorità. Una legge del 1848 consentiva dimora stabile agli Ebrei solo in due città del cantone di Argovia, ma neppure in esse godevano di diritti civili. Nel 1862 questi furono loro concessi. Ma anche questa concessione suscitò vive opposizioni che furono vinte con difficoltà e poi venne abrogata (giugno 1863) dal governo cantonale e rimessa poi in vigore in seguito a deliberazione in questo senso del Parlamento confederale.
In seguito a vivi contrasti con potenze straniere che protestavano contro le restrizioni imposte ad Ebrei loro cittadini, furono abrogate le disposizioni relative alla residenza per gli Ebrei cittadini stranieri e poi anche di quelli cittadini svizzeri (1866). Nel 1874 gli Ebrei furono parificati agli altri cittadini, e da allora si accrebbe la popolazione ebraica in Svizzera.
Germania
a) La rivoluzione del 1848 e la controrivoluzione del 1849
I moti rivoluzionari liberali che ebbero luogo in Germania nel marzo del 1848, a cui parteciparono molti Ebrei, alcuni dei quali caddero vittime delle lotte fra liberali e reazionari, ebbero per il momento la vittoria, e in quasi tutti gli stati fu proclamata anche la uguaglianza civile e politica completa o quasi completa degli Ebrei.
Ma questa situazione non durò molto tempo; la controrivoluzione del 1849 ebbe per conseguenza l’infierire della reazione nei vari stati della Germania, con il risultato che molti dei diritti che erano stati riconosciuti agli Ebrei vennero loro nuovamente tolti, e anche buona parte di quelli che le leggi loro accordavano non vennero poi loro riconosciuti di fatto; essi furono esclusi anche da cariche che, secondo le leggi, avrebbero potuto occupare. Molte proteste vennero elevate da singoli Ebrei e da Comunità, ed anche da liberali non ebrei, ma quasi senza effetto.
Più reazionaria degli altri stati germanici si mostrò la Baviera nella quale neppure la rivoluzione del 1848 aveva avuto conseguenze importanti per quello che si riferiva agli Ebrei.
b) L’emancipazione
La situazione che si era così venuta creando non era di gradimento dei liberali e, non occorre dire, degli Ebrei, e quindi si continuò a parlare di questi nei vari parlamenti, alcuni membri dei quali erano ebrei. La guerra fra la Prussia e l’Austria, nella quale combatterono Ebrei da ambe le parti, chiusasi con la vittoria della Prussia (1866), ebbe per conseguenza che furono aggregati a questa nuovi territori, nei quali gli Ebrei erano, di diritto se non di fatto, considerati alla pari agli altri e quindi la questione fu spesso trattata di nuovo, e intorno al 1870 tutti gli stati della Germania finirono per riconoscere in teoria che non ci doveva essere differenza fondata sulla religione per quel che riguarda i diritti civili e politici dei cittadini: questo principio fu accolto nella Germania unificata. Nelle discussioni tornarono a essere sentite le voci di coloro che negavano questi diritti agli Ebrei in quanto essi costituivano una nazione e non una religione e quelle degli Ebrei assimilati, membri dei parlamenti, che negavano all’Ebraismo il carattere di nazione.
c) Gli Ebrei nella Germania unificata
La vittoria della Prussia sulla Francia nel 1870, da cui derivò l’unificazione della Germania, determinò in questo paese un grande risveglio del sentimento nazionale tedesco, che ebbe gravi conseguenze per gli Ebrei. Questi, ottenuta la piena emancipazione, conquistarono in breve posizioni dominanti nel commercio, nell’industria, nella banca, nel giornalismo, nelle scienze e nelle università. Per quanto essi nella quasi totalità si sentissero completamente tedeschi, e non avessero nessun sentimento di nazionalità ebraica e per quanto la grandissima loro maggioranza avesse quasi del tutto abbandonato le norme della vita ebraica e fosse lontana da ogni sentimento religioso, la popolazione dominante continuò a vedere in essi degli stranieri che miravano a conquistare e soggiogare la Germania, e nacque così il movimento, detto antisemitismo, col quale si osteggiavano gli Ebrei non per la loro religione, ma per la loro razza semitica che i Tedeschi consideravano razza inferiore. In molti luoghi si formarono delle associazioni antisemitiche che si proponevano di cercare di diminuire e possibilmente annientare l’influenza esercitata nel paese dagli Ebrei. Il governo, che ufficialmente non diminuì i diritti degli Ebrei, assecondò però in pratica le tendenze degli antisemiti in quanto trovò modo di escludere gli Ebrei dalle cariche pubbliche civili e militari più importanti e di maggiore responsabilità, anche perché molti Ebrei avevano mostrato tendenze liberali, contrarie alla politica del governo.
Austria
In Austria, i gravi rivolgimenti che si manifestarono negli anni 1848-1849 finirono per portare alla costituzione del 4 marzo 1849 nella quale, dopo molti contrasti, furono riconosciuti, in teoria, pieni diritti agli Ebrei. Questi furono anche trascinati nelle lotte che in quegli anni ebbero luogo tra gli appartenenti alle varie nazionalità che costituivano l’impero austriaco e non mancarono casi in cui gli Ebrei erano divisi in due campi contrastanti: ciò avvenne specialmente in Galizia dove parte degli Ebrei si schierarono coi nazionalisti polacchi e altri coi nazionalisti tedeschi. La reazione che infierì in molti paesi d’Europa dopo che la Francia cadde sotto Napoleone III si fece sentire fortemente in Austria: nel 1851 l’imperatore Francesco Giuseppe abrogò la costituzione emanata da lui stesso due anni prima, e nel 1853 furono ufficialmente rimesse in vigore molte delle antiche restrizioni a cui erano soggetti gli Ebrei ed esse vennero ulteriormente aggravate due anni dopo in seguito all’alleanza dell’Austria col papa, sì da rimettere in alcuni luoghi, come in Galizia, gli Ebrei nelle stesse condizioni in cui si trovavano nel medioevo. Tendenze liberali si manifestarono di nuovo in seguito alle sconfitte che l’Austria subì da parte dell’Italia e della Prussia (1859-1866) e le restrizioni relative agli Ebrei andarono di mano in mano riducendosi, fino a che, nel 1867, l’impero austro-ungarico sancì l’uguaglianza dei cittadini, senza distinzione di religione. Di fatto però gli Ebrei furono esclusi, salvo rare eccezioni, dalle alte cariche dello stato.
Ungheria
Gravissime furono le sofferenze degli Ebrei d’Ungheria negli anni 1848-49. Dopo che il Parlamento, radunatosi nel marzo 1848, sancì l’equiparazione degli Ebrei agli altri cittadini, ebbero luogo gravi agitazioni contro di quelli, accompagnate da atti di violenza e massacri, e le decisioni del Parlamento divennero praticamente quasi prive di effetto. Alla lotta dei patrioti ungheresi per sottrarsi alla dipendenza dalla monarchia austriaca presero parte molti Ebrei e Comunità ebraiche, che fornirono anche notevoli aiuti economici ai patrioti e per questo furono gravemente puniti e oppressi dal governo austriaco. Quando i patrioti ungheresi prevalsero momentaneamente fu da essi decisa (luglio 1849) la perfetta uguaglianza per gli Ebrei nati in Ungheria o stabilitivisi legalmente; ma in seguito alla vittoria definitiva dell’Austria, aiutata dalla Russia, nel mese successivo gli Ebrei ebbero a soffrire molto per la repressione, e multe ingenti furono imposte alle Comunità che avevano aiutato i patrioti. L’imperatore Francesco Giuseppe ridusse notevolmente queste multe e permise che le somme che se ne ricavavano fossero devolute alla fondazione di scuole per Ebrei, sotto il controllo del governo.
Inghilterra
Con la abrogazione di formule di giuramento che impedivano l’accesso degli Ebrei a certe cariche l’emancipazione fu completa in Inghilterra e la sua popolazione ebraica, particolarmente a Londra, andò crescendo di molto specialmente per via di numerose immigrazioni dall’Europa orientale. I nuovi immigrati vivevano per lo più miseramente esercitando piccoli commerci, mentre prosperarono e si arricchirono col commercio e con l’industria molti dei residenti in Inghilterra da lungo tempo. Le varie sinagoghe di Londra, che prima erano indipendenti, si aggregarono nel 1870 in un’unica Comunità, a capo della quale fu Moshè Montefiore.
Russia
Sotto l’impero di Nicola I le disposizioni sul servizio militare e le crudeltà verso i soldati ebrei continuarono a infierire e si aggravarono, tanto che non pochi Ebrei si nascondevano o praticavano sul loro corpo delle amputazioni che li rendessero inabili al servizio, con la conseguenza che il governo punì con gravi imposizioni i capi delle Comunità perché non si raggiungeva il numero di coscritti voluto e dispose che per ogni obbligato al servizio militare che non si trovava venissero costretti a tale servizio tre Ebrei che non fossero obbligati ad esso, che erano per lo più capi di famiglia in età avanzata, spesso i maggiorenti delle Comunità.
Un’altra disposizione presa dal governo influì sinistramente sulla condotta morale degli stessi Ebrei: si considerò dispensato dal servizio militare o autorizzato a dispensare un altro chi consegnasse in mano della polizia un Ebreo trovato fuori del luogo dove era costretto ad abitare senza averne l’autorizzazione, e purtroppo avvenne che Ebrei stessi divenissero complici dei loro aguzzini per sfuggire al servizio militare o liberare da esso congiunti o amici. Siccome poi chi veniva trovato senza passaporto poteva, per questo solo fatto, essere obbligato al servizio militare anche se esente, avvennero perfino dei casi in cui Ebrei provvisti di esso ne furono derubati perché essi potessero venire costretti al servizio militare in sostituzione di coloro che, dopo averli derubati, li denunciavano. Anche le condizioni civili ed economiche andavano peggiorando di volta in volta. Gli Ebrei furono divisi in varie categorie a seconda delle loro condizioni economiche e delle loro professioni: gli appartenenti alle più alte godevano di qualche diritto ed erano esenti dal servizio militare mentre, quelli di categoria inferiore ne erano del tutto privi, e a essa venivano assegnati tutti coloro che non dimostrassero con documenti ritenuti validi dal governo di aver diritto di essere iscritti in categorie superiori. Agli Ebrei fu pure vietato di indossare i loro costumi abituali e di seguire altre consuetudini relative all’aspetto esteriore, e i numerosi trasgressori venivano spesso puniti crudelmente. Alle altre sventure si aggiunse poi nel 1852 una nuova calunnia di omicidio rituale. Il processo durò parecchi anni, durante i quali i due accusati furono sottoposti a torture di ogni genere: solo nel 1856 uscì sentenza di assoluzione per mancanza di prove decisive, ma gli accusati furono dichiarati persone sospette e alla fine condannati ai lavori forzati: la condanna non poté essere eseguita in conseguenza delle condizioni fisiche in cui erano ridotti i condannati: uno di essi fui poi liberato nel 1867 per intercessione del Crémieux.
Sotto l’imperatore Alessandro II, salito sul trono nel 1856, fu portato qualche alleggerimento nelle condizioni degli Ebrei: quanto al servizio militare, furono loro applicate disposizioni quasi identiche a quelle degli altri cittadini; le restrizioni relative alla residenza furono a poco a poco tolte quasi interamente per i commercianti, gli artigiani e coloro che erano forniti di cultura russa di grado superiore.
Nella parte della Polonia soggetta alla Russia furono fatte agli Ebrei alcune concessioni nel 1862; e gli Ebrei ebbero poi molto a soffrire durante la ribellione dei Polacchi del 1863: alcuni di essi parteggiavano per questi, altri per i Russi e numerose vittime caddero durante le lotte. Le poche concessioni fatte a una piccola parte della popolazione ebraica della Russia, che pure la mantenevano in condizione di inferiorità nei confronti degli altri cittadini, accrebbero l’odio della maggioranza contro gli Ebrei, specialmente per ragioni di concorrenza, in quanto venivano aperti all’attività commerciale degli Ebrei mercati dai quali prima erano esclusi. A Odessa nel 1871 i Greci, che erano in concorrenza con gli Ebrei nel commercio di esportazione in Oriente, col pretesto che gli Ebrei avrebbero compiuto atti di sfregio verso una chiesa cristiana, si gettarono contro di loro, con l’aiuto naturalmente dei Russi, e ne saccheggiarono durante parecchi giorni negozi ed abitazioni.
Una nuova calunnia di omicidio rituale, per quanto seguita da assoluzione (1879), contribuì ad avvelenare l’opinione pubblica nei confronti degli Ebrei e si notò un inasprirsi della campagna di stampa contro di loro, alimentata anche dall’opera di apostati ebrei.
La nuova legge russa sul servizio militare (1874) che equiparava in tutto gli Ebrei agli altri cittadini, ne limitava la durata a sei anni a partire dal 21 anno di età, liberava le Comunità da ogni responsabilità in caso di renitenza, ma comprendeva negli obbligati al servizio anche gli appartenenti alle classi che prima ne erano dispensati; suscitò dunque l’opposizione di questi, che cercarono in ogni modo di sottrarsi alla leva. Per compensare i vuoti che per questo si determinarono nei quadri dell’esercito, che avrebbero avuto per conseguenza che, per raggiungere il numero richiesto, avrebbero dovuto essere reclutati in numero maggiore cittadini non ebrei, il governo stabilì che le esenzioni di Ebrei per ragioni di difetti fisici e di famiglia fossero minori che per gli altri e che Ebrei che non fossero stati obbligati al servizio militare venissero reclutati in numero corrispondente a quello dei riformati Ebrei.
Paesi scandinavi
a) Danimarca
In Danimarca, dove gli Ebrei, abitanti per la maggior parte a Copenhagen, godevano di diritti fino dai primi decenni del secolo XIX, essi furono, nella costituzione del 1849, parificati del tutto agli altri cittadini.
b) Svezia
In Svezia il re Carlo XIV (maresciallo Bernadotte) nel 1838 concesse, senza interpellare i rappresentanti del popolo, pieni diritti agli Ebrei, ma fu poi costretto a rimetterli nelle loro condizioni precedenti, che permettevano loro la residenza solo in alcune città. In seguito furono poi loro riconosciuti gradatamente dei diritti, che nel 1870 divennero quasi completi, salvo l’ammissibilità ad alcune cariche a cui solo i Luterani potevano giungere.
c) Norvegia
In Norvegia, dove non erano dapprima ammessi Ebrei, questi furono autorizzati nel 1851 a risiedervi.
Stati balcanici
a) Serbia
La condizione degli Ebrei in Serbia fu per parecchio tempo soggetta a continui cambiamenti avvenuti nel suo governo. Gravi restrizioni furono loro imposte nel 1861, e da alcuni luoghi gli Ebrei furono espulsi, e non giovò a migliorare le condizioni l’azione della Alliance Israélite Universelle.
Il congresso di Berlino (1878) impose alla Serbia l’emancipazione degli Ebrei, che venne conseguita.
b) Bulgaria
Lo stesso avvenne anche in Bulgaria, per quanto in alcuni luoghi la popolazione fosse insorta contro gli Ebrei specialmente durante la guerra fra la Russia e la Turchia.
c) Grecia
In Grecia la condizione generale degli Ebrei continuò a essere assai cattiva, ma ciononostante parecchi profughi si stabilirono a Corfù e in altre isole. Soltanto intorno al 1875 cominciò a esservi popolazione notevole in varie città della Grecia e a essa finirono per essere riconosciuti diritti pari a quelli degli altri cittadini.
d) Romania
I movimenti liberali che nel 1848 si manifestarono anche in Romania non ebbero nessuna conseguenza per gli Ebrei. La questione degli Ebrei fu in seguito discussa, ma l’opposizione di parte della popolazione, che commise gravi violenze contro di essi, specialmente nel 1867, rese nullo ogni tentativo di riconoscere i loro diritti. Contro le violenze protestarono parecchi stati esteri e ad esse fu posto un freno, tuttavia esse non cessarono e la situazione legale degli Ebrei non cambiò, nonostante l’azione di potenze estere e della Alliance Israélite Universelle.
Il congresso di Berlino (1878) mise per condizione all’indipendenza della Romania l’emancipazione degli Ebrei, ma i rappresentanti della Romania riuscirono a ottenere la concessione che essa avesse luogo gradatamente, e, di fatto, essa venne accordata soltanto a singoli che il governo ritenesse particolarmente benemeriti.
Turchia e paesi soggetti
a) Turchia europea
Dopo che le potenze cristiane d’Europa riuscirono a ottenere per i Cristiani i medesimi diritti che erano riconosciuti ai Musulmani, le stesse disposizioni furono estese agli Ebrei ed esse vennero sancite nella costituzione del 1876.
Ciò però non impedì che l’odio delle popolazioni, più per ragioni di concorrenza commerciale che di religione, si manifestasse frequentemente contro gli Ebrei con calunnie di omicidio rituale seguite come al solito da violenze e saccheggi, anche se veniva ufficialmente dimostrata l’inconsistenza delle accuse.
Le Comunità continuavano a godere di larghe autonomie e a capo di esse stava un rabbino (Chakhàm Bashi, rabbino capo) assistito da consigli elettivi, che rappresentava gli Ebrei di fronte al governo.
b) Turchia asiatica e Africa settentrionale.
In Èretz Israèl, come pure negli altri paesi soggetti alla Turchia in Asia e in Africa settentrionale, gli Ebrei erano soggetti all’arbitrio dei capi locali e subivano ogni specie di vessazioni.
A mitigarle intervenne talvolta l’opera della Alliance Israèlite Universelle.
America settentrionale
Le persecuzioni e le tristi condizioni degli Ebrei nell’Europa centrale e orientale indussero molti a emigrare dalla Germania, dalla Polonia, dalla Russia e dalla Romania nell’America del nord e specialmente negli Stati Uniti, dove fiorirono specialmente le Comunità di New York, Filadelfia, Baltimora, Cincinnati, Chicago, San Francisco e molti Ebrei raggiunsero elevatissime posizioni economiche e sociali. Alle lotte interne che agitarono il paese, specialmente fra il 1861 e il 1865, e così pure alla guerra fra gli stati del Nord e quelli del Sud presero parte Ebrei in entrambi i campi.