Terrore a Burgas, località bulgara sul Mar Nero, a 400 chilometri a est di Sofia, dove un’esplosione ha investito uno dei tre autobus su cui viaggiava una comitiva di turisti israeliani, composta in gran parte di giovani, appena sbarcata nel locale aeroporto, proveniente da Tel Aviv. La polizia bulgara dopo una breve indagine ha confermato che si è trattato di un attentato, ma già le prime testimonianze non lasciavano dubbi sull’origine dell’accaduto. Secondo il ministro degli Esteri bulgaro Nikolai Mladenov a provocare l’esplosione è stata una bomba.
Ancora incerto il bilancio delle vittime. Secondo quanto dichiarato da Mladenov sono sei i morti e decine i feriti mentre i media israeliani (Channel 10 e Haaretz) riferiscono di sette decessi. La Radio nazionale bulgara (Bnr) ha parlato invece di otto morti e 30 feriti ricoverati.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu punta il dito contro Teheran: “Tutto induce a credere che sia stato l’Iran. Israele reagirà con forza al terrore iraniano”. E dagli Stati Uniti giunge la condanna della Casa Bianca, “nei termini più duri possibili”, come ha dichiarato il portavoce della Casa Bianca, Jay Carney: “Obama e l’amministrazione stanno raccogliendo tutte le informazioni sul caso, ma resta incrollabile l’impegno americano per la sicurezza di Israele”. L’alto rappresentante della politica estera della Ue, Catherine Ashton, si è detta sconvolta e scioccata dalle immagini trasmesse dall’aeroporto di Burgas. Condannando l’attentato nel modo più fermo, la Ashton chiede sia fatto tutto il necessario per individuare gli autori della strage e portarli davanti alla giustizia. Il ministro degli Esteri Giulio Terzi, sconvolto per l’attentato, ha confermato che “l’Italia è e continuerà ad essere in prima linea a difesa del diritto fondamentale alla sicurezza di Israele e dei suoi cittadini”.
Come ha spiegato il sindaco di Burgas, Dimitar Nikolov, a bordo dell’autobus si trovavano 47 persone. Gal Malka, un testimone intervistato da un’altra tv israeliana, Channel 2, ha raccontato di aver visto qualcuno salire a bordo di un autobus, subito dopo c’è stata l’esplosione. Si sarebbe trattato, dunque, di un attacco kamikaze. Il racconto combacia con la versione fornita telefonicamente da Aviva Malka, una donna che era a bordo dell’autobus, alla radio dell’esercito israeliano: “E’ stato un kamikaze. Ci siamo seduti, pochi secondi dopo abbiamo avvertito la grande esplosione e siamo scappati, passando attraverso uno squarcio nell’autobus. Abbiamo visto corpi e tanti feriti”.
Il portavoce ministero degli Esteri israeliano, Jonathan Rosenzweig, ha spiegato che lo scoppio è avvenuto circa 40 minuti dopo l’atterraggio dei turisti all’aeroporto “Sarafovo” di Burgas, avvenuto alle 16.45 locali, le 15.45 in Italia. Il ministro degli Esteri Avigdor Lieberman ha parlato con la sua controparte bulgara e viene costantemente tenuto aggiornato sugli sviluppi della vicenda, sostiene il ministero israeliano. Il premier bulgaro Boiko Borisov, il ministro dell’interno Tsvetan Tsvetanov e l’Ambasciatore israeliano in Bulgaria sono partiti per Burgas.
Le autorità bulgare hanno chiuso lo scalo, dirottando i voli su Varga. Il ministero degli Esteri israeliano ha formato un team di esperti che volerà a Burgas per assistere le autorità locali che, secondo quanto denunciato da un testimone, avrebbero reagito con “lentezza” all’attentato. Intanto, è pronto a partire da Tel Aviv alla volta della Bulgaria un aereo con equipe mediche, per soccorrere i feriti e per riportare in Israele quanti siano in grado di affrontare il volo.
Le autorità di Tel Aviv avevano avvertito la Bulgaria, destinazione molto popolare presso il turismo israeliano, sulla sua vulnerabilità agli attacchi di militanti islamici infiltrati attraverso la Turchia. In passato, turisti israeliani sono stati oggetto di attacchi in India, Thailandia e Azerbaijan. Azioni dietro cui Tel Aviv ritiene vi sia l’Iran, che a sua volta ha accusato Israele di essere il mandante degli attentati costati la vita agli scienziati iraniani coinvolti nel programma nucleare di Teheran.
Come ha ricordato proprio Netanyahu, l’attentato di Burgas è avvenuto nel giorno del 18mo anniversario dell’azione terroristica che a Buenos Aires, nel 1994, costò la vita a 85 persone, 300 i feriti. All’epoca, una cellula terrorista colpì con un’autobomba l’edificio dell’Associazione di mutuo soccorso ebraico. Per quell’attentato vennero chiamati in causa dalla giustizia argentina elementi di provenienza iraniana ed esponenti di Hezbollah. “Diciotto anni dopo – ha aggiunto il premier di Tel Aviv – il terrore iraniano continua a mietere vittime innocenti. Questo è un attacco del terrore iraniano che si diffonde nel mondo intero. Israele reagirà con forza al terrore iraniano”.
Channel 10 attribuisce questa dichiarazione al ministro della Difesa israeliano, Ehud Barak, dopo una consultazione con i suoi consiglieri: “Israele saprà trovare e punire i responsabili. Nel frattempo gli israeliani mantengano i nervi saldi e continuino a viaggiare all’estero”.
Sconvolta anche la comunità ebraica italiana: a Roma una cerimonia straordinaria per le vittime dell’attentato di Burgas si terrà questa sera (Ieri NdR) alle 21 nella Grande Sinagoga, come rendono noto Riccardo Pacifici, presidente della comunità ebraica romana, e il rabbino capo di Roma Riccardo di Segni. Da Tel Aviv, dove domani, sabato e domenica dirigerà la Israel Philharmonic Orchestra, il maestro Riccardo Muti annuncia: “IlRequiem di Verdi sarà dedicato alle vittime dell’attentato in Bulgaria”.
repubblica.it
Stasera a Milano commemorazione per le vittime al Tempio Centrale, via Guastalla 19, ore 19.30.