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Selichòt Trieste – Rito ashkenazita

45,00

Selichòt di rito ashkenazita סליחות כמנהג האשכנזים
302 – Pagine 2012

Informazioni aggiuntive

Autore

Elia Richetti

Copertina

Cartonata e plastificata

Formato

148×210 mm

Testo

Testo ebraico e traduzione italiana a fronte

COD: 108 Categorie: , Product ID: 165

Prefazione

Assemblea dei Rabbini d’Italia
ועידת‭ ‬רבני‭ ‬איטליה

Il Presidente – יו”ר‭ ‬הועידה Milano, fine Elùl 5772

Perez Rino Belleli e suo fratello Raffaele z.l. non sono mai stati e non si sono mai sentiti dei grandi conoscitori di Torà. Tuttavia posso dire di avere avuto il piacere di averli come maestri. Quando, nel settembre 1979, sono giunto per la prima volta a Trieste, nei giorni immediatamente precedenti Rosh Hashanà, ero completamente digiuno di quello che era lo storico Minhàg triestino, specialmente per i Giorni Penitenziali che erano alle porte. Furono loro che in pochissimi giorni mi fecero sentire – e amare immediatamente – le musiche locali, che mi mostrarono i vecchi machazorìm veneziani che si usavano per le Selichòt, accompagnati da fotocopie ormai sbiadite, su carta termica, delle indicazioni su quali parti si usasse recitare. E la vigilia di Kippùr, solo due settimane dopo il mio arrivo, grazie a loro ero in grado di recitare al Tempio le Selichòt triestine.

Ciò perché essi amavano le Selichòt; anche se non avevano alle spalle lo studio delle fonti, sentivano profondo amore per queste preghiere che preparano noi all’incontro con il giudizio divino degli Yamìm Noraìm, i giorni temibili fra Rosh Hashanà e Kippùr, e – col linguaggio dei nostri Maestri – accolgono il Re che è uscito dal palazzo per vedere come vivono i Suoi sudditi.

Già da allora Perez Belleli lamentava che le Selichòt rischiassero di andare in dimenticanza, dato che non era agevole seguirle dai vecchi libri, non si riusciva a farne sentire la bellezza alle nuove generazioni anche per la mancanza di un testo agevole da seguire, e magari anche tradotto in italiano.

Sarebbe certamente felice di vedere oggi che non solo non si sono dimenticate, ma anche che suo figlio Jacov ha raccolto la sua idea e ha voluto che io riordinassi le Selichòt e le fornissi di una traduzione chiara e scorrevole. E io ho accettato con entusiasmo, memore dell’entusiasmo e delle preoccupazioni di suo padre. Grazie a padre e figlio, dunque, la catena della tradizione triestina continua, e questa mitzvà resterà per generazioni un loro merito.

Rav Elia Richetti

Introduzione

Qualche notizia sul siddùr delle Selichòt

Selichòt è il termine generico con il quale vengono indicati una serie di brani di tefillà e di piutìm – componimenti poetici, contraddistinti da motivi di espressione di pentimento e di preghiera per la Redenzione, e che vengono recitati nel mese di elùl e nei Dieci giorni di Teshuvà. In particolare è frequente in essi la richiesta di perdono e di assoluzione.

In generale, le selichòt sefardite sono personali e il loro contenuto verte sull’insignificanza dell’uomo di fronte al Creatore e sulla richiesta di assoluzione personale. Le selichòt ashkenazite, invece, hanno un carattere più collettivo e si riferiscono spesso al legame tra espiazione e redenzione.

I primi decisori halakhici stabiliscono che di principio il periodo della recitazione delle selichòt è quello dei Dieci giorni di Teshuvà. Successivamente però questo periodo si è esteso a seconda dei diversi minhaghìm – riti.

È evidente la differenza tra l’ebraismo ashkenazita e quello sefardita.  Infatti questi ultimi iniziano a recitarle a partire dal Capo mese di elùl, secondo quanto stabilito dallo Shulchàn ’Arùkh. E dal momento che nel Capo mese non si possono dire, si inizia dalla notte del 2 di elùl, e se questo cade di shabbàt, il 3 del mese. Alcuni ebrei yemeniti invece iniziano a partire dal 15, cioè a metà del mese.

Gli ashkenaziti invece, seguendo le disposizioni del Remà, usano iniziare sempre a partire da Motzaè shabbàt – vigilia di domenica, come in uso qui a Trieste e a Torino; a patto che ci siano almeno 4 giorni di recitazione delle selichòt prima di Rosh Hashanà, secondo il seguente schema compilato a seconda di quando cade il primo giorno di Rosh Hashanà, primo di tishrì:

Lunedì: Le selichòt iniziano a Motzaè shabbàt, vigilia del 22 di elùl

Martedì: Le selichòt iniziano a Motzaè shabbàt, vigilia del 21 di elùl

Giovedì: Le selichòt iniziano a Motzaè shabbàt, vigilia del 26 di elùl

Shabbàt: Le selichòt iniziano a Motzaè shabbàt, vigilia del 24 di elùl

Ho rilevato che nella Comunità di Trieste usano recitare le selichòt solo il primo giorno di inizio secondo gli ashkenaziti, la vigilia di Rosh Hashanà e la vigilia di Kippur.

In ogni caso si inizia sempre di Motzaè shabbàt e questa è la ragione per la quale si recita il famoso piùt Bemotzaè Menuchà composto da Ya’akòv Min Yerichò (il riferimento non è a Yerichò in Israele, bensì a Lunel in Provenza, nella Francia del sud, che veniva chiamata dagli ebrei “Yerichò”).

È antica usanza, ancora in alcune Comunità, recitare le selichòt nelle primissime ore del giorno, prima dell’alba. In altre Comunità, quando la preghiera di Shachrìt inizia più tardi, le selichòt vengono recitate al mattino, prima di questa.

Sono stati profusi grandi sforzi da parte di David Piazza, e dalla redazione di Morashà, nella composizione e nella correzione di questo siddùr diviso chiaramente per brani e per giorni di recitazione. Nella revisione finale delle bozze del siddùr mi sono basato sull’edizione del machazòr Beshà’ar Bat Rabbìm, stampata a Venezia nell’anno 1736.

L’iniziativa e il finanziamento per la pubblicazione di questo siddùr sono dedicati alla memoria del grande collega

Perez ben Ya’akov Belleli z.l.

Frequentatore fisso del Tempio ed esperto del rito e del minhàg. Non c’è stata e non ci sarà dopo la sua dipartita chi potrà eguagliarlo nella conoscenza del rito e del minhàg della Comunità di Trieste.

Alla grande perdita prematura per la sua famiglia, si aggiunge quindi quella per la Comunità di Trieste. La sua famiglia ha correttamente deciso quindi di ricordarlo con un’opera che ha lo scopo di conservare l’antico rito e il minhàg di questa Comunità. Che il suo ricordo sia di benedizione.

Alla vigilia di Rosh Hashanà 5773 innalzo una tefillà e una berakhà di fronte a Chi abita nei Cieli, che si possa realizzare per noi e per tutto il popolo ebraico quanto auspicato dal versetto del piùt prima citato Bemotzaè Menuchà: «Che questo mese possa essere simile alla profezia di mio padre, il profeta: “Che possano essere ascoltate in questa casa voci di gioia e voci di letizia”»

Itzchak David Margalit

Rabbino capo della Comunità ebraica di Trieste e del Friuli Venezia Giulia

Indice מפתחות

Selichòt del primo giorno 2 סליחות‭ ‬יום‭ ‬ראשון

Prima selichà 10 סליחה‭ ‬א

Seconda selichà 16 סליחה‭ ‬ב

Terza selichà 20 סליחה‭ ‬ג

Quarta selichà 26 סליחה‭ ‬ד

Quinta selichà 34 סליחה‭ ‬ה

Sesta selichà 40 סליחה‭ ‬ו

Selichòt della vigilia di Rosh Hashanà 74 סליחות‭ ‬ערב‭ ‬ראש‭ ‬השנה

Prima selichà 88 סליחה‭ ‬א

Seconda selichà 92 סליחה‭ ‬ב

Terza selichà 98 סליחה‭ ‬ג

Quarta selichà 104 סליחה‭ ‬ד

Quinta selichà 114 סליחה‭ ‬ה

Sesta selichà 122 סליחה‭ ‬ו

Settima selichà 128 סליחה‭ ‬ז

Ottava selichà 140 סליחה‭ ‬ח

Nona selichà 144 סליחה‭ ‬ט

Selichòt della vigilia di Kippùr 190 סליחות‭ ‬ערב‭ ‬יום‭ ‬כיפור

Prima selichà 202 סליחה‭ ‬א

Seconda selichà 210 סליחה‭ ‬ב

Terza selichà 216 סליחה‭ ‬ג

Quarta selichà 222 סליחה‭ ‬ד

Quinta selichà 228 סליחה‭ ‬ה

Sesta selichà 240 סליחה‭ ‬ו

Settima selichà 246 סליחה‭ ‬ז

Ottava selichà 252 סליחה‭ ‬ח