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Il mio shabbàt

15,00

Il giorno più importante della settimana ebraica spiegato ai ragazzi
2004 – Pagine 108

Informazioni aggiuntive

Autore

Roberto Colombo

Copertina

Brossura morbida plastificata

Formato

170×240 mm

COD: 051 Il mio shabbàt Categorie: , , , Product ID: 280

Descrizione

Da anni adottato nelle scuole ebraiche come strumento didattico, “Il mio shabbàt” ruota intorno alla giornata dedicata all’astensione da qualsiasi attività lavorativa e creatrice. Grazie al linguaggio semplice ed elementare dell’autore, Direttore delle Scuole Ebraiche di Roma, “Il mio shabbàt” offre una visione completa, adatta sia studio o alla semplice conoscenza. Il libro offre una spiegazione dettagliata delle preghiere di questo giorno speciale, spiegandone in maniera concisa anche le relative regole – halakhòt e ne elenca gli usi e le restrizioni da osservare. Una parte del testo è poi dedicata alla descrizione delle melakhòt – le attività creative vietate di shabbàt, con disegni vivaci che mettono a confronto il periodo in cui vennero codificate e la loro implicazione oggi per l’ebreo che lo vuole rispettare.

Prefazione

“Lavorerai per sei giorni e farai ogni tua opera”

O

gnuno ha il diritto e il dovere di lavorare poiché, come dicono i Maestri, “Il lavoro rende onore e libertà all’uomo” (TB Nedarìm 49b). Non è dunque l’impegno e la fatica a degradare l’individuo bensì l’ozio e l’inattività, che impediscono il progresso e lo sviluppo del creato. Ma ogni cosa ha anche il suo lato negativo. Il lavoro può rendere liberi, ma si può anche essere schiavi del lavoro e non avere più del tempo da dedicare a se stessi o alla propria famiglia. Inoltre, il potere di controllo sul mondo naturale può facilmente indurre l’uomo a pensare di essere l’unico e assoluto padrone dell’ universo. “Noi, che viviamo nel XX secolo abbiamo veduto che cosa possa portare all’umanità il prevalere di simili idee” (Grunfeld). In entrambi i casi lo shabbàt ci viene in soccorso. In questo giorno si chiede al popolo ebraico di fermare la propria opera e di usare il tempo per il riposo, per il dialogo e il canto, per lo studio e la preghiera. Di shabbàt le macchine, il telefono, la televisione, la radio e il cinema sono vietati. L’ebreo non rifiuta la modernità, ma la schiavitù che questi oggetti impongono alla sua mente. Essi gli vietano di rilassarsi, di concentrarsi sulla propria vita, di dedicare con serenità la sua attenzione agli altri, insomma, di essere realmente libero. Di shabbàt la Torà ordina all’uomo di interrompere la propria creatività, di essere inattivo per poter pensare e capire che il mondo non appartiene a lui ma a Dio, al quale deve rendere conto di ogni minima azione. Il riposo sabbatico è, dunque, qualcosa di più di un semplice riposo fisico. Anche avvalersi del lavoro altrui è vietato. “Lo shabbàt è pertanto una divina protesta, ricorrente ogni settimana, contro la schiavitù e l’oppressione. Il venerdì sera, alzando il calice del Kiddùsh, l’ebreo collega la creazione del mondo con la libertà umana, proclamando così che la servitù e la sopraffazione sono peccati capitali contro la legge basilare su cui poggia l’universo” (Grunfeld).

Non è pertanto un’esagerazione l’insegnamento dei Maestri secondo il quale lo shabbàt è yesòd haemunà, il vero fondamento della nostra fede.

In questo piccolo libro, che ho scritto per i ragazzi, desidero presentare in modo succinto le principali norme che regolano l’osservanza dello shabbàt. Ho suddiviso l’opera in sette parti, in rapporto ai sette giorni della settimana. La prima parte è composta dalla seguente prefazione. La seconda e la terza parte trattano delle principali norme affermative e negative dello shabbàt. La quarta parte, quella centrale, l’ho denominata shabbàt in casa, nella quale tratto la risoluzione di piccoli problemi di Halakhà che possono sorgere di shabbàt. Le ultime tre sezioni sono dedicate alle ricette, ai giochi e ai canti. 

Spero che i giovani trovino dalla lettura di questo volume, la spinta ad approfondire i temi in esso trattati. Se ciò accadrà ne sarò felice e soddisfatto. 

Possa ogni ebreo tenere sempre a mente il detto dei nostri saggi: “Più che gli ebrei ad aver mantenuto in vita lo shabbàt durante i secoli è stato lo shabbàt a permettere l’esistenza d’Israèl nel corso dei millenni”. Amèn.

Reuven Roberto Colombo

Indice

Prefazione 5

I momenti dello shabbàt 7

Arriva lo shabbàt 8

Il tavolo dello shabbàt 14

La Havdalà 21

Le 39 melakhòt 25

Introduzione 26

Primo gruppo di melakhòt 28

Secondo gruppo di melakhòt 40

Terzo gruppo di melakhòt 54

Quarto gruppo di melakhòt 62

Quinto gruppo di melakhòt 65

Sesto gruppo di melakhòt 68

Settimo gruppo di melakhòt 71

Shabbàt in casa 75

Le ricette di shabbàt 81

I canti dello shabbàt 85

Giochiamo con lo shabbàt 101