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Chafètz Chayìm – Le regole della maldicenza

19,00

Il testo fondamentale che codifica tutta la normativa intorno alla maldicenza
2015 – Pagine 148

Informazioni aggiuntive

Autore

Yisrael Meir Kagan

Copertina

Brossura morbida plastificata

Formato

130×210 mm

Testo

Testo italiano

COD: 114 Categorie: , Product ID: 362

Descrizione

Yisrael Meir Kagan (1838-1933) meglio conosciuto, secondo una consolidata tradizione ebraica, col nome della sua opera più importante il Chafètz Chayìm, è stato uno dei principali esponenti della filosofia etica ebraica. In particolare, i suoi testi si concentrano sulle regole della maldicenza, cha hanno trovato un posto rilevante nella normativa religiosa ebraica soprattutto per merito di quest’opera diventata fondamentale.

Il Chafètz Chayìm, dunque, ne offre un’esposizione sistematica, affrontando una vasta casistica di situazioni che ognuno di noi si potrebbe trovare ad affrontare nella vita di ogni giorno, dove piccole attenzioni al corretto uso della parola, sono in grado di risparmiarci situazioni altrimenti dannose per il nostro prossimo, anche se questa viene usata con buone intenzioni.

Le Regole della maldicenza – Varsavia 1877 – Traduzione italiana e note a cura di Donato Grosser – Nuova edizione

Nota del traduttore

Rabbì Israèl Meìr Kagan (Hakohèn) è noto come l’autore dell’opera Chafètz Chayìm. Il libro ebbe tanto successo e servì a creare una tale reputazione all’autore che invece di venire chiamato rav Kagan, venne conosciuto come “il Chafètz Chayìm”.

Nato a Zhetel in Polonia (oggi Belarus) il 6 febbraio del 1838, fino all’età di dieci anni studiò con i genitori. Poi, a causa della morte del padre la famiglia si trasferì a Vilna dove Israèl Meir proseguì gli studi ebraici.

Durante la sua vita non accettò posizioni rabbiniche e la famiglia si mantenne grazie alle entrate di un piccolo negozio di generi alimentari a Radin di cui si occupava principalmente la moglie mentre il Chafètz Chayìm, a parte il tempo dedicato all’amministrazione del negozio, studiava e insegnava Torà a tempo pieno.

Con il tempo la sua reputazione di talmìd chakhàm e di tzaddìk crebbe a tal punto che cominciarono a raccogliersi attorno a lui gruppi di studenti da tutta l’Europa continentale. Dal 1869 in poi la casa del Chafètz Chayìm venne conosciuta come la Yeshivà Chafètz Chayìm di Radin. Diversi anni più tardi vennero a studiare a Radin anche studenti dagli Stati Uniti.

Oltre agli studi e all’insegnamento, il Chafètz Chayìm fu molto attivo nelle cause comunitarie allo scopo di rafforzare l’osservanza delle mitzvòt e anche per intercedere a favore degli ebrei con le autorità polacche.

Nonostante tutte le sue occupazioni, oltre al Sèfer Chafètz Chayìm pubblicato nel 1873, egli riuscì a scrivere ben ventun libri, allo scopo di istruire il popolo su come osservare le mitzvòt anche nelle condizioni più difficili, come nell’esercito. Il suo commento Mishnà Berurà, allo Shulchàn ‘Arùkh Orach Chayìm, fu pubblicato in sei volumi tra il 1894 e il 1907 e diventò un indispensabile strumento di studio sia per le famiglie che per gli studiosi. L’opera è ancora un bestseller ed è stata pubblicata con nuove annotazioni e anche tradotta in inglese.

Morì all’età di 95 anni il 15 settembre 1933 e tutta l’Europa ebraica fu in lutto per la sua dipartita. Persino il New York Times pubblicò un necrologio.

* * *

A seguito dell’esaurimento della prima edizione italiana del libro, abbiamo deciso di ripubblicare l’opera con una traduzione italiana completamente nuova.

Seguendo le istruzioni del Maimonide al suo traduttore Ibn Tivon, abbiamo cercato di tradurre nel modo più fedele possibile i concetti più che le parole. Va tenuto conto che il linguaggio del Chafètz Chayìm è quello degli studiosi di Talmùd e alcuni termini da lui usati hanno un significato diverso da quello dell’ebraico moderno. Per questo motivo in molti casi, non potendo affidarsi ai dizionari moderni, il traduttore ha dovuto tornare alle fonti talmudiche per cercare di capire il significato del testo e tradurlo in un linguaggio italiano comprensibile al lettore.

Sono state inoltre aggiunte delle note a piè di pagina per dare utili nozioni storiche e linguistiche sulle fonti citate dall’autore, e sono state abbreviate le glosse inserite nel testo il cui contenuto è stato spostato nelle note.

Nel cercare di apportare qualche miglioramento alla traduzione e di rendere più scorrevole il testo abbiamo fatto uso del commento al Sèfer Chafètz Chayìm pubblicato nel 2004 da rav Benyamin Cohen, rosh kolèl Yeshivat Chayim Berlin di Brooklyn e della traduzione inglese di Yedidyà Levy pubbicata nel 2008 con l’approvazione di Rav Yosèf Harari Raful, rosh yeshivàt ’Atèret Torà di Brooklyn.

Scopo del Sèfer Chafètz Chayìm è di insegnare a discorrere senza trasgredire la mitzvà di non sparlare del prossimo. L’autore cita i Maestri del Talmùd che insegnano che dal versetto «Non andare a raccontare degli altri tra la tua gente» (Levitico 19, 16) si impara che è proibito sia andare a riferire al prossimo quello che altri hanno detto di lui o che gli hanno fatto (questa trasgressione si chiama rekhilùt e deriva da rokhèl – venditore ambulante), sia fare maldicenza su un altro ebreo anche se si tratta della verità (lashòn harà’, letteralmente “malalingua”, ossia maldicenza). Nel sottolineare la gravità della trasgressione, l’autore elenca anche tutte le altre mitzvòt lo ta’asè – proscrittive, ossia proibite, e ’assè – prescrittive, ossia che è nostro obbligo compiere, e vengono trasgredite quando di parla in modo improprio del prossimo. 

È nostra speranza che il lettore possa trarre beneficio da questa traduzione e che l’opera serva a incoraggiare i lettori anche a studiare Torà, ad apprezzarne l’importanza dello studio e a osservare sempre più meticolosamente le mitzvòt. 

* * *

Desidero ringraziare la signora Alice Grodzensky per avere riveduto il testo e avere fatto sostanziali miglioramenti nella forma per rendere più facile la lettura. Infine ringrazio David Piazza per la sua devozione nel pubblicare libri di Torà.

Conoscendo la difficoltà del testo, sarò grato ai lettori se vorranno segnalare eventuali errori nella traduzione.

Donato Grosser, Cheshvàn 5775

Indice

Nota del traduttore 11

Prefazione 15

Introduzione alle halakhòt relative alle trasgressioni
di lashòn harà’ e di rekhilùt 31

Mitzvòt proscrittive che si trasgrediscono facendo maldicenza 37

Mitzvòt prescrittive che si trasgrediscono facendo maldicenza 46

Arurìm ai quali si è soggetti facendo maldicenza  58

Regola 1: La proibizione di fare maldicenza 61

Regola 2: Maldicenza in presenza di tre persone 65

Regola 3: Maldicenza in presenza della vittima 73

Regola 4: Maldicenza su trasgressioni commesse nei confronti dell’Onnipresente 77

Regola 5: Maldicenza su trasgressioni commesse nei confronti del prossimo 90

Regola 6: La proibizione di prendere per vera la maldicenza 100

Regola 7: La proibizione di prendere per vera la maldicenza in presenza di altri 110

Regola 8: Chi ascolta maldicenza 118

Regola 9: La “polvere di maldicenza” 129

Regola 10: Casi particolari di maldicenza 133

Glossario 146